Aranciazione

Dedicare giornate di lavoro minuzioso alla realizzazione di un dipinto ad olio perché poi sia violato in pochi istanti con dello smalto… arancione per giunta.
La spiegazione è semplice quanto disarmante. La nostra percezione di bellezza è talmente avariata da provare quasi disagio davanti ad una situazione di ordine naturale delle cose e così un paesaggio innevato dopo il primo istante di stupore per la sua immacolata bellezza ci relega in uno stato di desolazione che cerchiamo quanto prima di colmare con qualche forma di artificio.
E la neve da silenzio immacolato diventa luna park del divertimento ennesimo baluardo violato dalla nostra onnivora ingordigia di sensazioni.

Tempesta

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Un pensiero su “Aranciazione

  1. Un’opera davvero “poignante”, non mi viene la parola in italiano, ma in quella francese c’è dentro la capacità di colpire, ma sottilmente.
    Però mi sa che sono io ad aggiungerci questa sfumatura, a causa dell’assonanza tra “poing”(pugno) e “pointe” (punta).
    Le lingue sono speciali anche per questo, permettono sempre di essere reinventate.
    Come nel caso del titolo di questo articolo e dell’opera.
    Ad ogni modo è questo tipo di sensazione che mi colpisce osservando il candore gelato di una superficie che viene macchiata da una colata accesa a lei estranea.
    Essa rappresenta, come dici tu, le emozioni che si cercano in modo compulsivo, un modo per reagire alla perfezione di un’immagine perfetta e immacolata.
    A me fa venire in mente anche una ferita. Il crinale della montagna si fa fenditura tra terra e cielo e quello che mi chiedo allora è: cosa resterà di essa dopo la sua cicatrizzazione?

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